Autori vari
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Il lavoro approfondisce l’impatto che l’armonizzazione contabile, di cui al d.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii., ha avuto sul processo decisionale negli Enti locali. In 13 comuni capoluogo di provincia dei 22 fin da subito ammessi alla sperimentazione del nuovo ordinamento contabile e che l’hanno portata avanti per l’intero triennio 2012-2014, è stato analizzato il piano esecutivo di gestione (PEG) e il suo processo di redazione. In tal modo si è inteso contribuire in modo complementare a quanto la letteratura ha già prodotto sul tema, circoscrivendo finora la propria attenzione al solo profilo contabile. Questo aspetto evidenzia come ad oggi l’adeguamento al nuovo ordinamento sia riferibile al profilo contabile in modo pressoché esclusivo a discapito di quello manageriale (il missed link), di cui in troppi casi gli stessi attori in campo non percepiscono l’esigenza. In particolare, dalla ricerca è emerso come, nonostante le dichiarate intenzioni della maggior parte dei responsabili del servizio di ragioneria, di voler condividere con gli altri colleghi dell’ente l’implementazione della riforma per un miglioramento della performance individuale e organizzativa, questo sia avvenuto in pochissimi casi. Essendo l’intero sistema decisionale ancora incentrato sulla contabilità a base finanziaria, è emerso come la maggioranza degli intervistati abbia continuato ad operare (passive use) senza cogliere l’opportunità offerta dalla riforma (purposeful use). Il lavoro si conclude evidenziando le criticità di un approccio ancora adempimentale della maggior parte dei comuni indagati e come queste criticità possano essere superate attraverso un miglioramento delle attività di controllo sull’ente locale e di formazione degli attori in gioco.